Una partita dai due volti, quella di ieri sera, tra Torino e Fiorentina. Una partita che ha saputo regalare, però, tantissime emozioni ai tifosi granata che hanno visto rimontare una squadra temibile come quella viola e che, ora, si godono il primato che durerà (almeno) per due settimane. Ecco cosa è andato e cosa no nella partita dell’Olimpico di ieri.
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LA RIMONTA GRANATA: l’ennesima, nel segno della più totale tranquillità. Che non vuol dire apatia, ma convinzione dei propri mezzi e della propria idea di calcio. Vincere in rimonta fa sempre piacere, anche se può essere sfibrante. Ma vedere il Toro in 11′ ribaltare uno 0-1 che sembrava già difficile riuscire a pareggiare ha un sapore ancora più particolare. Tre gol, uno più bello dell’altro, e, ancora, tante azioni per Glik e compagni. Vittorie come queste fanno capire che, momento evidentemente positivo a parte, la base della squadra è davvero più che buona. Ed è pronta, la squadra, a stupire nell’arco della stagione che sta prendendo il via.
I GESTI TECNICI NEI TRE GOL: quello di Baselli è stato, sicuramente, il più spettacolare. Anche perché, pochi istanti prima, il centrocampista era riuscito ad andare via a quattro uomini con una facilità quasi disarmante. Ma rivedendo le azioni, si nota come anche Moretti abbia avuto una coordinazione non proprio di tutti, e l’azione di Quagliarella, con super assist di Peres, non è certo da meno. Tre gol, tre bei gol, che regalano tre meritati (alla fine) punti al Toro. Una squadra concreta, certo, ma anche bella da vedere. Insomma, una vera e propria gioia per gli occhi.
LA SFILATA DELLA PRIMAVERA A INIZIO GARA: emozionante. Per chi stava sugli spalti, ma anche per i ragazzi di Moreno Longo che, per quanto con molti volti nuovi, hanno avuto il giusto riconoscimento da parte dei 20mila dell’Olimpico per lo Scudetto conquistato dopo anni. “I campioni dell’Italia siamo noi“, cantavano i tifosi, che hanno dato una carica probabilmente impareggiabile ai giocatori, pronti ad affrontare una nuova stagione che può regalare nuove soddisfazioni. Un riconoscimento che parte da lontano e che, si spera, potrà essere replicato il prossimo anno.
LE SCUSE DI ALONSO: in tempo reale, il gesto ha fatto inferocire l’Olimpico. E raramente si era visto un giocatore della Fiorentina così fischiato durante una gara. Ma poi, a fine partita, (e dopo il faccia a faccia in campo con Maxi Lopez), il protagonista di quel gesto da “torero” al gol del temporaneo vantaggio viola ha voluto chiarire tutto. Scusandosi, perché non voleva offendere nessuno. Non tutti i giocatori, così contestati, hanno poi il coraggio di metterci la faccia. Alonso l’ha fatto.
LA PRESTAZIONE DI TAGLIAVENTO: sì, un arbitro deve avere fermezza di giudizio, ma anche l’intelligenza di capire quando ha fatto un errore. Il fischietto di Terni ha dimostrato grande sangue freddo, decidendo di annullare un rigore improvvidamente concesso alla Fiorentina, aggiungendo: “Ho sbagliato io“. Ma non per questo ha perso di autorevolezza. Anzi, ne ha guadagnata, tanto che la partita, che poteva essere molto nervosa, è invece andata avanti in tranquillità e sano agonismo.
FLOP
GLI ERRORI DIFENSIVI DEL TORO: il gol, che sicuramente ha dei meriti da parte di Alonso, bravo a trovare l’angolino, deriva anche da un’ennesima amnesia della retroguardia granata, che lascia prima tutto solo Kalinici a colpire di testa, e poi il terzino stesso a ribadire in tap in. Quello che è stato un punto di forza dello scorso campionato, sta manifestando, in queste prime uscite, qualche debolezza di troppo. La pausa di campionato capita a fagiolo, perché permetterà a Ventura (sebbene qualche giocatore sarà impegnato in Nazionale) di registrare il tutto. E ripartire con una squadra ancora più forte.
LA MANCANZA DI BRILLANTEZZA DEL PRIMO TEMPO: è in questo momento il tallone d’Achille di questo Torino. La squadra fatica a carburare nei primi 45′, e lo si è visto chiaramente in queste prime battute ufficiali. Contro il Pescara, i granata sono riusciti subito a ribaltare il risultato, ma perché di fronte aveva un avversario, senza nulla togliere alla squadra di Oddo, di categoria inferiore. Contro il Frosinone, la squadra di Ventura ha faticato di più. Contro la Fiorentina, di più ancora. Strascichi della preparazione estiva, chiaramente, ma è il momento di provare a invertire la tendenza. Per un Toro che vuole davvero diventare grande, e ne ha tutte le carte in regola, giocare praticamente solo un tempo rischia di essere un grosso handicap.
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